venerdì 10 ottobre 2014

CALETA HORNO E ISLA LEONES

Caleta Horno è un fiordo che non ha nulla da invidiare a quelli Norvegesi, acque incassate in fianchi altissimi e dirupati. Purtroppo deturpati dalle scritte dei naviganti poco civili che devono lasciare in qualche modo il
segno del loro passaggio.




La barchetta mi permette di esplorare gli anfratti e risalire un canyon dirupato che mi permette di raggiungere il pianoro sovrastante dove arriva una traccia di automobili.


L'elefante.


La barca francese "da corsa" ed il tender stracarico porta a terra l'equipaggio.


Renzo e sullo sfondo il gruppo di foche che ci hanno fatto da scorta...


Pinguini nelle tane come animali terricoli.


Leoni marini che fanno il bagno di sole di giorno e quello di luna la notte sempre allo stesso posto, ma quando mangiano ?


E animali terricoli sul serio.


La baia dall'alto del faro


Il bellissimo e purtroppo abbandonato vecchio faro, con la piccola ferrovia che lo serviva arrampicandosi dalla lontana baia.


Il pilone del corpo luce del faro, in ferro, e le bombole di gas che alimentavano la lampada.


Estratto dal Diario di bordo:

TIME: 2014/10/04 14:30 GMT Sabato
LATITUDE: 45-03.43S
LONGITUDE: 065-37.04W
COMMENT: Argentina, Isla Leones, Caleta Leones in mezzo ai Leoni Marini
Siamo rimasti in Caleta Horno due giorni, al secondo è arrivata la barca
francese da corsa "jeune dirigentes", già incontrata a La Paloma. Il vento
gagliardo si è acquietato e col tender vado in esplorazione e salgo sugli
alti fianchi del lungo fiordo della caleta, la parte terminale è un
acquitrino fangoso che con la marea arretra e avanza di oltre mezzo
chilometro.
Sabato ci spostiamo alla vicinissima isola Leones perchè dice il portolano
essere colonia di foche, leoni marini e pinguini ed in effetti è proprio
così: tutto il bagnasciuga è occupato da una folta colonia di leoni marini,
in acqua sguazzano decine e decine di foche ed a terra tra i cespugli una
miriade di pinguini alti 40 cm, che appena appena si spostano al nostro
passaggio senza eccessivi timori. Anche i leoni si lasciano avvicinare a
pochi metri. Fantastica l'esperienza con una trentina di foche che giocavano
incuriosite attorno a Shaula e quando siamo andati a terra col tender ci
hanno seguito a 1 metro di distanza, cercando di acchiappare i remi e
spruzzandoci ogni tanto con immersioni repentine e altrettanto repentine
apparizioni a 50 cm dalla barchetta. E non è finita, siamo rimasti a terra
un paio d'ore e loro hanno aspettato in acqua vicino a riva per poi
riaccompagnarci a Shaula.
Sull'isola è rimasta l'imponente costruzione di un antico faro, ora
sostituito da un altro sul capo, con tanto di mini ferrovia per il trasporto
dei materiali dalla cala al faro.
Restiamo a Cala Leones (ovviamente si chiama cosi) per tutto il giorno ed a
mezzanotte di sabato salpiamo per Puerto Deseado a 200 miglia.